Ora la Cina bloccherà il nostro sistema produttivo?
Siamo tutti in apprensione per l'epidemia del Coronavirus che sta sconvolgendo la Cina ed il mondo intero. Purtroppo non si riesce a comprendere la gravità cui stiamo andando incontro.
Sono giorni che seguo tutti i media e pur avendo la fortuna di avere dei contatti diretti, sia in Cina, sia ad Hong Kong, che mi stanno fornendo informazioni relative alla reale situazione che stanno vivendo, non è possibile capire l'entità di questo nuovo fenomeno.
In questo articolo non voglio entrare nel merito della strumentalizzazione attuata dai media che, ahimè, in queste situazioni ci marciano per vendere di più e innalzare l'audience...
Di fatto quello cui stiamo assistendo è una paralisi del sistema industriale cinese; le festività del Capodanno Lunare, ad oggi, sono state prorogate fino al 9 di febbraio e verosimilmente le attività produttive non potranno riprendere il giorno dopo.
Il nostro sistema produttivo in Europa è fortemente legato all'acquisto dei prodotti cinesi, sia riguardo le componenti che adoperiamo nelle nostre linee di montaggio qui in Italia, sia per alcuni prodotti finiti.
La prospettiva di un blocco delle merci in spedizione e di una fermata del sistema industriale cinese, ha già fatto scattare l'allarme in moltissime aziende nel nostro Paese.
Ho maturato più di trent'anni di esperienza nel mondo degli acquisti presso diverse industrie metalmeccaniche e posso dire, con cognizione di causa senza creare falsi allarmismi, che se il flusso delle merci dalla Cina verso l'Europa verrà bloccato, nel giro di qualche settimana anche parte delle nostre produzioni in Italia si fermeranno.
Basti pensare per esempio a tutta la componentistica proveniente dalla Cina che viene montata sugli elettrodomestici (schede elettroniche, compressori, motori, sensori, particolari in plastica stampati...).
Ci saranno inoltre numerose attività legate al trading che si bloccheranno per il mancato arrivo in Italia dei prodotti finiti fabbricati interamente in Cina con i brand italiani.
Conosco molto bene, per esempio, il mercato dei piccoli condizionatori d'aria ad uso domestico (condizionatori portatili e split murali), essi vengono ormai quasi esclusivamente prodotti in Cina durante i mesi invernali e spediti via container verso l'Europa da gennaio fino ad aprile.
Sembrerà incredibile, ma se questo genere di prodotti non verrà spedito entro marzo/aprile, questa estate in Europa non ci saranno condizionatori sul mercato!
Probabilmente, in questo malaugurato caso, ne trarrà vantaggio l'ambiente (meno consumi energetici e meno gas serra), ma se arriverà un'estate torrida, come negli ultimi anni, saranno a rischio molti anziani.
Ormai viviamo in un mondo sempre più globalizzato ed interconnesso, non solo dal punto di vista delle comunicazioni, ma anche per quanto riguarda le attività industriali!
"Quali saranno le aziende che si salveranno, se ci sarà veramente il paventato blocco dell'industria cinese?"
Non subiranno danni le aziende che, in maniera lungimirante, hanno saputo organizzare i propri approvvigionamenti, puntando su una strategia che ha tenuto conto della MITIGAZIONE DEL RISCHIO DI FORNITURA.
Quindi saranno salve quelle imprese che hanno strutturato l'acquisto di ogni singolo componente attraverso almeno due sorgenti di fornitura, egualmente impiegabili (sia per caratteristiche tecniche, sia per capacità produttiva) locate in diverse nazioni, distanti tra di loro!
Pianificare un'attività di Procurement calcolando il rischio di approvvigionamento è oggi un obbligo per qualsiasi azienda manifatturiera!
Daniele Pezzali consulente in Procurement (visita: www.danielepezzali.com)
2 febbraio 2020