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Nervi saldi per affrontare l'emergenza del coronavirus, anche all'interno della propria abitazione.

Stamattina al risveglio ho visto il post di Lorenzo, che pubblico qui sotto ed il mio primo pensiero è andato subito a lui ed alla sua famiglia.


Sono stato anch'io residente all'estero per sei anni. Mi trasferii ad Hong Kong nel 2004, appena cessata l'epidemia della SARS, con mia moglie e mio figlio che aveva 5 anni.

La mia esperienza non ha nulla a che vedere con la criticità vissuta da Lorenzo in queste settimane, ma in qualche maniera ho provato anch'io quel senso di insicurezza girando per le strade di HK con la mascherina ed attraversando la frontiera per recarmi in Cina, non prima di essere stato sottoposto a numerosi controlli della temperatura corporea da personale paramedico completamente bardato con la tuta bianca...


Il post di Lorenzo, colmo di forza e speranza, mi ha fatto pensare alla concretezza con la quale lui e la sua famiglia stanno affrontando questa emergenza, assieme a tutto il popolo cinese solidale con la popolazione di Wuhan.

Con questa bell'energia nel cuore e con negli occhi il post di Lorenzo ho avuto il modo di contattarlo ed ho apprezzato la brillante conversazione che abbiamo intrattenuto per una buona mezz'ora.


Non sono un giornalista e non raggiungo un network di migliaia di persone, ma con questo messaggio mi propongo di comunicare la mia solidarietà anche alla comunità cinese in Italia e di chiedere ai miei connazionali di non demonizzare quanto sta accadendo.

Purtroppo i media spesso cercano il clamore e la rete dei social batte la gran cassa facendo da amplificatore.

Lasciamo la parola agli scienziati e facciamola veicolare attraverso i giornalisti di professione che hanno titolo di parlare di Cina (nei miei post cito professionisti come Adriano Madàro e Maria Novella Rossi, che hanno voce in capitolo).


Io mi prendo la licenza di esprimermi sul tema perché sono vent'anni che viaggio in Oriente ed in Cina ci ho vissuto... quindi non lanciamo inutili allarmi, specie per noi che viviamo qui in Italia, perché non ce ne sono ragioni!

Potrei capire che a qualcuno passi la voglia di andare a mangiare in un ristorante cinese o di fare una passeggiata in Via Paolo Sarpi a Milano, ma quella è una sua scelta.

Tutt'altra cosa è spargere una psicosi nei confronti dei bambini cinesi che frequentano le scuole in Italia, o nei confronti di tutti coloro che incontriamo per strada solo perché hanno gli occhi a mandorla.


La Cina sta affrontando questa emergenza con grande professionalità, con i mezzi appropriati e con tempistiche di esecuzione eccezionali (che noi in Italia non possiamo vantare). Ma la più grossa forza in mano alla Cina, che mi ha appena confermato per telefono Lorenzo, è la grande solidarietà espressa dal suo popolo!

Per i cinesi "la collettività" è la base della loro cultura e la solidarietà la stanno dimostrando concretamente! Tutte le province cinesi, che non sono state investite dall'epidemia, stanno inviando medici, personale sanitario, cibo e ogni bene alle province bloccate dalla quarantena.


I cinesi hanno una cultura millenaria e si rialzeranno da questa tragedia più forti e più preparati di prima per affrontare le sfide del millennio!


Quindi, per Lorenzo, per la sua famiglia e per tutti coloro che in questo momento si trovano in quarantena, con l'ansia di ammalarsi gravemente, grido dal profondo del cuore "FORZA WUHAN!!!"


Daniele Pezzali consulente in Procurement (visita: www.danielepezzali.com)

9 febbraio 2020



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