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A settembre trasformiamo le nostre scuole in collegi!

Di primo acchito l'affermazione di "trasformare le nostre scuole in collegi", nei quali i ragazzi possano viverci per un certo periodo di tempo senza contatti con la famiglia, potrà sembrare un'idea strampalata.


Ieri ho pubblicato l'articolo "L'immagine della scolaresca che mi ha fatto provare un tonfo al cuore", la foto del servizio mostra una classe di allievi cinesi bardati con la mascherina e la visiera. I loro volti sono coperti a tal punto di dover necessitare la scritta col nome su ogni casco per consentire all'insegnante di riconoscerli.


Ho condiviso l'articolo sui social network e si è accesa subito la discussione.

La foto indubbiamente provoca in noi una forte "emozione di contrasto", il mio articolo mette in luce "quella soluzione" contrapposta alla "didattica a distanza" che, in questo momento, è utilizzata dai nostri studenti.

Di fatto l'e-learning (il nuovo metodo di insegnamento da remoto) attraverso l'ausilio della tecnologia ha salvato l'anno scolastico in corso.


La pandemia di COVID-19 sembra ora attenuarsi, ma non ne siamo ancora fuori nonostante due mesi di isolamento sociale e di lockdown. La scuola ha pagato un caro prezzo: in pratica gli studenti sono rimasti a casa dalle vacanze di Carnevale senza fare più rientro nelle aule.

I programmi didattici ministeriali dell'anno scolastico sono stati portati a termine in maniera raffazzonata, considerando l'impreparazione (giustificata) di tutto il sistema scolastico. Questa situazione di precarietà e di incertezza è stata ulteriormente aggravata, in alcune aree del Paese, a causa delle carenze delle connessioni internet e dell'assenza dei computer nelle famiglie meno abbienti.


Le due soluzioni finora applicate


Il mio articolo di ieri, quindi, contrappone la soluzione della didattica a distanza a quella di fare rientrare a scuola i ragazzini bardati come i sanitari in un reparto di terapia intensiva (come pare abbiano fatto in Cina).

I commenti sono stati numerosi, animati e contrastanti.

Constatando l'interesse alla discussione ho posto ai followers l'ipotesi di uno scenario verosimilmente pessimistico. Ho ipotizzato che a ottobre la pandemia torni nella fase acuta (probabilità già annunciata dall'OMS e presa in considerazione dai nostri governanti) mettendo a rischio lo svolgimento dell'intero anno scolastico 2020-21. Quindi ho posto l'interrogativo di quale delle due soluzioni possa essere la migliore.


I sostenitori della didattica a distanza si sono resi conto delle difficoltà per le famiglie, nelle quali i genitori lavorano, di gestire i ragazzi a casa. Inoltre esiste il problema psicologico per gli studenti di dover sopportare l'eventuale isolamento protratto per mesi.

I sostenitori dei ragazzi "a scuola ad ogni costo" con tutte le protezioni necessarie ed i test virologici ripetuti di continuo, hanno compreso che comunque si correrebbe un reale rischio di propagare il contagio. Infatti è stato dimostrato che il sistema immunitario dei giovani risponde alla malattia senza gravi conseguenze e che il più delle volte il decorso dell'infezione rimane asintomatico. Un motivo in più che trasformerebbe ogni studente in un pericoloso "veicolo di trasmissione".


La terza soluzione


Se esaminiamo, però, quello che è accaduto negli istituti di riposo per gli anziani e andiamo a vedere qual è stata la soluzione adottata in alcuni casi per salvare gli ospiti, abbiamo dinanzi a noi una terza soluzione!

Ci sono state alcune case di riposo nella quali tutti gli operatori sanitari hanno accettato di isolarsi con gli anziani a tempo pieno, accettando di vivere nella struttura nella quale lavorano e rinunciando di tornare a casa dalle proprie famiglie. Questa è stata la soluzione vincente che ha tenuto il virus fuori dalle mura delle RSA!


Quindi perché non possiamo pensare di adattare le nostre scuole, da settembre, per trasformarle come dei campus universitari?

Proviamo ad immaginare dei college nei quali gli studenti possano vivere al loro interno assieme agli insegnanti, finché non avremo definitivamente sconfitto il virus.


Per i ragazzi delle medie inferiori e delle superiori non ci dovrebbero essere molte difficoltà. Certo che per i bambini delle elementari necessiterebbe una gestione più accurata riguardo l'aspetto psicologico, sarebbe, però, un'esperienza collettiva meravigliosa per tutti!

Il programma scolastico sarebbe rispettato alla lettera, l'attività sportiva e quella ricreativa verrebbero vissute intensamente dai ragazzi con vantaggi inimmaginabili.


Certo bisognerebbe adattare le strutture scolastiche... Ma se siamo stati capaci di realizzare interi ospedali per ricoverare i malati in terapia intensiva, se in ogni struttura sanitaria abbiamo allestito le strutture esterne di pre-triage, non penso che sia così folle realizzare delle tendopoli o degli spazi all'interno delle scuole, per fare dormire i nostri ragazzi!

Anche riguardo i servizi igienici non dovrebbe essere un lavoro impossibile aggiungere delle docce.


Sembra quasi fantascienza


Ovviamente questo progetto potrebbe apparire pazzesco!

Ma la condizione di vivere un intero anno scolastico in isolamento, con lo spettro del contagio, non è altrettanto folle?


La prospettiva di trasformare le scuole in collegi rasenta l'inverosimile?


Ma se a qualcuno di voi, lo scorso gennaio, avessero detto che a febbraio il mondo si sarebbe fermato per due mesi, cosa avreste risposto?

Se poi vi avessero mostrato le immagini delle città deserte, degli aerei fermi, del Papa che celebra la Pasqua in piazza San Pietro vuota, dei negozi chiusi, degli ospedali (dei paesi più evoluti al mondo) al collasso e delle centinaia di migliaia di morti... non avreste pensato ad un film catastrofico girato a Hollywood?


Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)

25 aprile 2020


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