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Agli italiani le idee non mancano e l'emergenza va gestita come tale!

Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo nel quale sottolineavo l'ingenio dell'imprenditore veneto Fabio Franceschi, per avere fabbricato le mascherine "tipo chirurgico" attraverso l'utilizzo di una rotativa di stampa.


Sono proprio le mascherine prodotte da Grafica Veneta che sono in consegna in questi giorni, per mezzo dei volontari della protezione civile, nelle case di tutti noi in Veneto.

Ho notato che riguardo queste mascherine è nata sui social network una polemica incredibile, in tanti hanno criticato e cestinato l'idea ed il prodotto, senza rendersi conto della genialità del progetto.

Le polemiche sono sorte per il fatto che la mascherina in oggetto non è un DPI e non è ancora stata certificata, anche se queste mancanze sono state chiarite sin da subito dalla Regione Veneto.

Grafica Veneta sta lavorando per migliorare il prodotto con l'obiettivo di omologarlo come "mascherina chirurgica" ed ha comunque provveduto a donare due milioni di pezzi alla Regione Veneto.

Preciso che la "mascherina chirurgica" serve per non far disperdere le goccioline di saliva a chi la indossa: è una mascherina da pochi cent usata dai chirurghi in sala operatoria per salvaguardare il paziente durante l'intervento ed è il sistema utilizzato in Cina per arginare le epidemie influenzali, questo presidio è realmente efficace se il 100% della popolazione lo indossa.

La mascherina chirurgica tradizionalmente è fabbricata nel settore tessile con l'uso di macchine da cucire, l'idea di Grafica Veneta è di produrre questo dispositivo attraverso una rotativa per l'editoria in grado di stampare/fustellare 1000 metri di carta/tessuto filtrante al minuto.

Se la mascherina prodotta con questa tecnologia, con gli opportuni accorgimenti, raggiungerà i parametri per l'omologazione, tutta l'industria riguardante questo articolo verrà rivoluzionata!


Un altro progetto geniale è stato realizzato dall'imprenditore Cristian Fracassi, l’ingegnere balzato all'onore delle cronache mondiali per aver ingegnerizzato e poi stampato in 3D una valvola necessaria ai respiratori dell’ospedale di Chiari.

L'ing. Fracassi, proprietario della Isinnova, ha dichiarato che l’intuizione è venuta a dottor Renato Favero, il quale, dopo aver letto delle valvole che la Isinnova ha prodotto in 3D, lo ha contattato per chiedergli di trasformare una maschera da sub in un ventilatore.

L'imprenditore ha accettato la sfida e dopo tutti i chiarimenti ricevuti dal medico, ha cominciato ad ingegnerizzare nella sua azienda la trasformazione di un banale prodotto ad uso amatoriale in un prodotto per salvare una vita!


La Decathlon, proprietaria della maschera, ha concesso i disegni costruttivi, il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare.

La ditta Isinnova ha poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che ha prodotto in breve tempo tramite la stampa in 3D.

Il prototipo nel suo insieme è stato testato dall'equipe di medici all'Ospedale di Chiari e si è dimostrato correttamente funzionante.

Nel video (cliccare la foto qui sotto), è visibile la maschera da snorkeling trasformata in una maschera C-PAP ospedaliera per terapia sub-intensiva.


Ad oggi già due maschere "Charlotte" sono impiegate nell'ospedale ed altre sono in preparazione, le maschere possono essere collegate direttamente all'ossigeno tramite la presa a muro, rendendo non necessario il respiratore.

Il tutto è da considerare come un mezzo di emergenza che serve al paziente per superare l'attesa fino alla disponibilità dei respiratori uso medicale.

La valvola "Charlotte" è stata brevettata dalla Isinnova allo scopo di evitare eventuali speculazioni sul prezzo del componente e l'azienda ha dichiarato che il brevetto rimarrà ad uso libero affinché tutti gli ospedali in stato di necessità ne possano usufruire.


Ovviamente anche in questo caso non stiamo parlando di un prodotto certificato per l'uso medicale, ma vista la situazione di estrema emergenza, in cui riversano gli ospedali in questo periodo, anche un manufatto di questo tipo, in assenza dei respiratori medicali, aiuta ad affrontare il grande numero di pazienti che hanno bisogno di cure.

E' bellissimo apprendere di tanta inventiva e di altrettanta generosità sia nel caso delle mascherine uso chirurgico, sia del respiratore realizzato con la maschera da snorkeling ed è assurdo criticare queste iniziative per il fatto che gli oggetti ricavati non siano stati certificati.

Le emergenze vanno gestite molte volte con mezzi di fortuna, saranno poi le imprese che hanno realizzato questi prodotti a trovare il modo di migliorarli per renderli fruibili in sicurezza.


D'altronde quando l'uomo inventò la ruota, non la buttò via perché mancava l'asse ed il motore cui collegarla...


Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)

24 marzo 2020


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